James Rachels e l'eutanasia

Proponiamo di seguito un breve riassunto della tesi James Rachels e l’eutanasia di Michele Zambarbieri. Il testo completo lo trovate in pdf cliccando qui

Il tema del fine vita è un argomento estremamente delicato la cui terminologia è molto rigorosa e precisa. Nel parlare di questo tema, i media utilizzano spesso a sproposito termini come eutanasia, suicidio assistito o testamento biologico. Facciamo un minimo di chiarezza:
1) Si definisce eutanasia quella pratica medica che pone fine alla vita di un paziente o tramite una somministrazione letale effettuata dal medico, o tramite la sospensione delle cure necessarie a mantenere in vita il paziente.
2) Si definisce suicidio assistito quella pratica medica in cui è il paziente stesso a compiere l’atto di togliersi la vita. Il medico qui ha solo funzione di assistenza; ovverosia si occupa del ricovero, della fornitura di tutto ciò che occorre al paziente per togliersi la vita e della gestione legale e medica post mortem.
3) Si definisce testamento biologico quel documento redatto dal paziente, nel pieno delle sue facoltà mentali, in cui lascia indicato come il medico dovrà comportarsi una volta che, la degenerazione della patologia che affligge il paziente, impedisca a quest’ultimo di esprimere la propria volontà.


James Rachels
Qui si vuole presentare molto brevemente la posizione del filosofo contemporaneo James Rachels, professore della University of Alabama, riguardo l’eutanasia e le principali posizioni favorevoli e contrarie alla sostenibilità morale e/o legale di quest’ultima.

Il primo passo mosso da Rachels è stato quello di ridefinire il principio di sacralità della vita e la regola morale del divieto di uccidere mostrando anzitutto l’evoluzione del principio di sacralità della vita nella tradizione occidentale (dall’Antica Grecia fino all’avvento del cristianesimo) e l’analisi di come sia inteso tale principio nella tradizione orientale, ricollegandosi alla religione ed in particolare allo jainismo.
Mostrato ciò, Rachels ha criticato queste tradizioni su tre punti in particolare: l’eccessiva enfasi posta dalla tradizione orientale sulla vita, la scarsa attenzione posta dalle tradizioni occidentale sulle vite non umane e l’eccessiva enfasi posta, sempre dalla tradizione occidentale, sulla vita umana.
Sulla base di queste critiche, ha proposto una reinterpretazione del principio di sacralità della vita e del divieto di uccidere sulla base della distinzione tra vita biologia e vita biografica. Le sue reinterpretazioni rendono il principio di sacralità della vita e il divieto di uccidere regole derivate rispettivamente dall’importanza fondamentale di avere una vita il cui valore è quello che il soggetto di quella vita le dà e fornisce una regola più fondamentale riguardante la protezione delle vite individuali: l’importante è preservare gli interessi di individui soggetti di una vita.
Una volta ridefiniti sia il principio di sacralità della vita che il divieto di uccidere, Rachels affronta la questione della sostenibilità morale dell’eutanasia mostrando inizialmente come si sia evoluto il concetto di eutanasia esplicitando poi l’interpretazione del divieto di uccidere che afferma che si deve impedire la perdita di questi aspetti, ovvero la vita biografica di una persona.
Dopodiché, è stata presentata la distinzione tra eutanasia attiva e passiva (altrimenti detta tra uccidere e lasciar morire) distinguendo al suo interno le varie tipologie di queste ultime (volontaria, non volontaria e involontaria) ed infine sono state analizzate alcune teorie etiche (il deontologismo riferendosi in particolare al pensiero di Beauchamp e Childress; il consequenzialismo riferendosi in particolare allo stesso Rachels; la tradizione cattolica riferendosi in particolare a Lucas Lucas) per mostrare se vi sia o meno una differenza morale tra eutanasia attiva e passiva.
L’ultima questione affrontata da Rachels riguarda la sostenibilità legale dell’eutanasia. Inizialmente ha mostrato la sua difesa della legalizzazione dell’eutanasia basata sulla critica dell’argomento del piano inclinato o del pendio scivoloso nelle sue versioni (logica e psicologica). Successivamente Rachels analizza alcune proposte di legalizzazione dell’eutanasia (quella della Associazione britannica e americana), mostrando come queste ultime siano inadeguate, e presenta la sua proposta di legalizzazione dell’eutanasia, basata sul considerare i casi di uccisione per pietà come difesa, qualora fosse presentata un’accusa di omicidio.

John Stuart Mill
Infine l’ultima analisi fatta dal filosofo statunitense riguarda il principale argomento sostenuto dai favorevoli alla legalizzazione dell’eutanasia: ovvero l’argomento della libertà. Questo argomento viene esplicitato da Rachels sulla base di quello che definisce “Principio di Mill” che afferma che si può interferire sulla libertà di azione di un individuo solo per evitare danno agli altri e che il bene, sia fisico o morale dell’individuo, non è una giustificazione sufficiente.

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